poesie di una domenica solo
Farfalla Dipinta
Farfalla dipinta,
i tuoi fissi occhi
di elettrica luce
assorto contemplo.
Realtà a te dischiuse
E a me sì velate
Cerco di creare
Tra i tuoi tratti e colori.
Ferma ed immota
Nell’attimo di un volo
Come un bagliore
Mostrami fatata
La terra lontana
Da cui ora provieni
E lascia il mio sguardo
In essa, perdersi beato.
Luoghi e labirinti
Vi sono luoghi in cui la mente dell’uomo
Non dovrebbe mai perdersi,
labirinti chiusi al peregrinare vago,
stanze serrate da chiavi perdute,
spazi infiniti dimenticati per sempre.
Perché a me ne è stato dato l’accesso?
Chi mi ha donato la parola che conduce?
Che colpa sconto ogni giorno della mia vita?
Cieco e dolente
Cozzo fremente
Contro muri possenti
Incatenato alla vista di un mondo
Diverso che non conosco
E non comprendo.
Come da un’altura
Solo e lontano
Vedo la vita,
la vostra realtà
illusoria e vana,
il vostro essere stolti.
E con tutto il mio pianto
Ora e per sempre
Io vi invidio.
Il treno eterno
Vorrei che questo treno lento
Che ovunque mi porta
Mai arrivasse alla fine del viaggio
E io qui seduto a poetare
Continuassi a vedere
Veloci le stazioni passare.
Sino a morire
Tra una sosta e l’altra
Di stenti e silenzi.
Così, questa mia vita
Avrebbe un senso,
almeno.
Gli occhi stanchi vanno chiudendosi
Gli occhi stanchi vanno chiudendosi
E l’oblio dolce arriva,
ma temo il risveglio
che presto verrà
e al cascata di ricordi
dolenti
che esso porterà.
Farfalla dipinta,
i tuoi fissi occhi
di elettrica luce
assorto contemplo.
Realtà a te dischiuse
E a me sì velate
Cerco di creare
Tra i tuoi tratti e colori.
Ferma ed immota
Nell’attimo di un volo
Come un bagliore
Mostrami fatata
La terra lontana
Da cui ora provieni
E lascia il mio sguardo
In essa, perdersi beato.
Luoghi e labirinti
Vi sono luoghi in cui la mente dell’uomo
Non dovrebbe mai perdersi,
labirinti chiusi al peregrinare vago,
stanze serrate da chiavi perdute,
spazi infiniti dimenticati per sempre.
Perché a me ne è stato dato l’accesso?
Chi mi ha donato la parola che conduce?
Che colpa sconto ogni giorno della mia vita?
Cieco e dolente
Cozzo fremente
Contro muri possenti
Incatenato alla vista di un mondo
Diverso che non conosco
E non comprendo.
Come da un’altura
Solo e lontano
Vedo la vita,
la vostra realtà
illusoria e vana,
il vostro essere stolti.
E con tutto il mio pianto
Ora e per sempre
Io vi invidio.
Il treno eterno
Vorrei che questo treno lento
Che ovunque mi porta
Mai arrivasse alla fine del viaggio
E io qui seduto a poetare
Continuassi a vedere
Veloci le stazioni passare.
Sino a morire
Tra una sosta e l’altra
Di stenti e silenzi.
Così, questa mia vita
Avrebbe un senso,
almeno.
Gli occhi stanchi vanno chiudendosi
Gli occhi stanchi vanno chiudendosi
E l’oblio dolce arriva,
ma temo il risveglio
che presto verrà
e al cascata di ricordi
dolenti
che esso porterà.
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