10 luglio 2006

La pianura

File di alberi,
Geometriche prospettive
Che si fondono in rette infinite.

Pianura eterna
Smembrata da una placida vena
Che muove al mare.

Naturale depressione,
Oppressa da una fioca,
Umida foschia.

Senza tempo
In un momento ripetuto
Resto fermo.

Circolare corre lo sguardo,
Orrore del nulla
Che mi circonda.

Cerco l’asperità
Che dica il senso
Del mondo intorno.

Illuso ancora
Alla tua ara
Porgo il fiore colorato.

Ricordo estremo,
Petali stanchi
Che precipitano morenti.


Voce che taglia il suono

Voce che taglia il suono
A modulare note femminili
Incastonate in accordi stonati.

Misterioso viso
Di un mondo sconosciuto,
Cometa spendente.

Nero il tuo colore,
Oscuro come un destino
solo sfiorato.

Sfrontate parole
Per lasciar traccia
Di una realtà sognata.

Finisce il canto,
Muore la tua voce
E nell’eco una vita.


Alzo gli occhi al cielo


Alzo gli occhi al cielo
E insulto rabbioso
Un dio a cui non credo.

Osservo l’abisso
E prego tremante
Un dio che non conosco.

Invocazioni urlate
Grida silenziose
Assordante disperazione.

Solitaria creatura,
Cammino desolato
Il mondo insensato.

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