18 settembre 2006

Nuove poesie

Danza Danza Danza

Allora,
Lessi un libro
Di pecore e ratti,
D’attori e uomini soli,
Di hotel decadenti
E nuove versioni,
Di corpi di donne
E di loro sogni,
Di nascite e morti,
Di immobile tempo.

Lessi un po’ stanco,
Le continue parole,
Dette ridette e ripetute,
Non le compresi,
Ma le sussurrai
Ancora e ancora
E persino ora le sento
Muoversi piano
Armoniose e gaie:
Danza Danza Danza

Uno strano invito
A me che immobile
Lascio che la vita
Scivoli via
Come un fiume
Sinuoso e lento,
E stanco attendo
Il mio corpo passare
E sulle sue sponde
Mi vedo morire.

Intuisco a fatica
L’oscuro significato
Del ritmico ripetere
Danza Danza Danza
Solo mi si chiede,
Piano e intimamente,
Non importa
Nulla importa
Solo ti prego
Danza Danza Danza

E io ora nella paura
Mia sola compagna,
Nell’essere solo
Mio affollato destino,
Nel sentimento nero
D’un dolore causato,
Gli umidi occhi chiudo
Senza pensiero e coscienza
Libero mi abbandono
E Danzo Danzo Danzo!

I figli di San Valentino


I figli di San Valentino
Nascono nel mese dei Morti.

Simbolico rimando
Della medaglia chiamata Amore.

Su di un lato,
l’osmosi delle Coscienze.

Opposta,
la tenebra fredda della Disperazione.

Ho vissuto, Giano bifronte,
questa strana Follia.

Almeno posso dire,
di aver vissuto.

Addio illusioni mie.

Questa nuova vita


Questa nuova vita
È la prigione in cui rinchiuso
Urlo la colpa e la pena
Di un peccato commesso.

La paura e la vergogna
Di poter vivere
Felice e normale,
la mia mano insanguinata.

Sento le sbarre dure e fredde
Avvolgermi intorno
E accogliermi materne,
abbraccio ghiacciato.

Chiuse in esse
Lascio che il tempo
Scorra veloce,
placido fiume.

Non tento di fuggire
Né impreco il sadico giudice
Che qui, ogni giorno,
mi esilia.

Accetto passivo e solitario,
il castigo mio,
degno non sono,
neppure di gridare.

Attendo ormai solo,
il giorno in cui alla porta mia,
sentirò bussare,
tetri rintocchi.

Alzerò gli occhi,
il suo volto a fissarmi
senz’occhi le orbite,
Lei, la morte mia.

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