04 settembre 2006

Senza tratti i volti seduti

Senza tratti i volti seduti
Senza tratti i volti seduti
Se ne stanno in silenzio
Parlando.

Ascosto curioso
L’insensato muto vociare
E non capisco.

Ma ne resto solitario
Tra i miei folli pensieri
Crudeli.

Abdico il mondo e i sudditi suoi
E vado stanco
A quell’orizzonte.

Le vuote parole
Di sagome uguali
Le musicale marcia.

Ho chino il capo
Sotto il pese greve
Del mio fallimento.

Sconfitto, umiliato
Nulla mi resta
Se non la follia.

Sarà la mia casa,
Il vessillo alto
Di ogni mio giorno.

Sino alla campana
Ritmica e tetra
Della morte mia.

Avrò tentato,
mille volte tentato
e sempre fallito.

Nella fine
Finalmente stanco
Avrò la mia pace.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

riesce a creare immagini vive con le parole..
non mi ergo a giudice di vite che non conosco, le sue parole fanno riflettere e come nel monologo mi chiedo... da un fallimento pesante quanto il peso della vita che distrugge, non può scaturire la scommessa di una nuova vita, che lotta per ribellarsi al copione che è stato dell'attore del proprio fallimento? l'essere comunque costretto a vivere non vale la pena della scommessa?

7:19 PM  

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