26 dicembre 2006

Di lontano assonnate campane

Di lontano assonnate campane
Di lontano assonnate campane
Rintoccano il tempo
Che come bianca bruma
Scorre sul fiume lento.

Voci si confondono
Nel silenzio della notte
E il freddo ristagna
Sulle panchine deserte.

Un albero bianco
Aldilà della riva,
Confusa promessa
Di un oltre lontano.

Mulinelli improvvisi
di una mano segreta
increspano caotici
La linea dell’acqua.

Nero scorre il rivo,
inchiostro versato
Di parole non dette
Nella mente assillanti.

Immobile osservo
Nel chiarore improvviso
Le mie mani, il mio viso
Simulacro d’un uomo.

Ed è ancora inverno
Nel cielo senza stelle,
nella vita senza pace
di questo strano inferno.

Ma l’alba della primavera
Lo so, è ormai chiusa
nel segreto di un affetto
dimentico, verità sincera.

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