29 luglio 2007

L'Uomo e il Messia

L'Uomo e il Messia
Giunse il Messia
Ancora
Una seconda volta

Scese belloccio
Da un disco volante
Griffato

Denti bianchi
E boccoli biondi
Imbalsamati

Atterrò qui vicino
Nel campo coltivato
A maggese

Errore di calcolo?
Solo ratti di grano
A contemplarlo

L’umanità lontana
Nella città lì vicina
Beata dormiva

Impettito
E un po’ furente
S’incamminò il Messia

Imponenti passi
Costretti d’Armani
Nella tunica stretta

Lungo la via
Polverosa e assolata
Ecco apparire l’Uomo

Fermati!
Inginocchiati a me
Io sono il Messia

L’Uomo sorpreso
Osserva lo strano figuro,
È forse un cantante?

Il tuo obolo paga
A me che del Dio
Solo figlio primigenio

E ancora l’Uomo
Si domanda e chiede
Che sia costui petulante

Venuto sono, io Messia,
Ad annunciare al mondo
Il mio regno e dominio

Di tanti dittatori e re
Testimone fu l’Uomo
Che ora solo, un amaro sorriso

Silenzio cala
Fra il Messia e l’Uomo,
L’uno sorpreso, stanco l’altro

Ancora sbraita
L’allampanato Messia
Sull’afosa strada solitaria

L’Uomo è scomparso
Così com’è venuto
Già se n’è andato

Inutile momento forse
Ma fiero continua
Il suo insensato cammino, l’Uomo.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Quando avrò concluso la mia difficile ricerca, ti porterò quel Senso che disperatamente cerchi.
Un abbraccio a te, Fratello

10:43 PM  

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