01 novembre 2007

Poesie senza titolo

Poesie senza titolo
Al supermercato
Della normalità
Non sono stato invitato
E nulla
Ho acquistato.

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Ascolto una musica
triste nel freddo
di una zaffata fumosa
che dalla banchina
nel treno s’intrufola
insidiosa e attende
che le parole muoiano
come quel che giace
putrido dentro di me.
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La mia colpa è scritta nel mio corpo
E traslucida illumina
I miei passi come una scia
Mefitica
Di memoria.
____________________________

E se la risposta fosse davvero
Nella risposta che ognuno
Decide solitario di darsi?

E se solo nella credenza
di un momento finito
si potesse spiegare e
comprendere
che la vita è sensata
e ogni cosa resta
ragionevole?

In cosa deciderei di credere, io?

In cosa potrei credere
Se putrido mi avvio veloce
Nel mare di nera
Infinita
Sporca
coscienza.

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E’ sangue o vino
La scia che di rosso colora
Le scale che scendono
Nella metropolitana
Affollata?

Ne sento l’odore
Acre, marcio
E lascio
Ancora la mia fantasia
Incontrollata vagare
Oltre i confini
Del vero
E del ragionevole.

Ma nessuna epica
Nessuna eroica battaglia
Fra duchi e semidei
Draghi o regine
Ma solo lo sbadato
Inciampo di un vecchio
Vagabondo
Che ubriaco ancora
Se ne va per la sua strada.
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Non lasciarti ingannare
da un uomo che di grigio
appare vestito.

Nasconde colori
Di tenebra e luce
Che lascivi si fondono
In un manto
Che è solo maschera
Di un quotidiano
Sopravvivere.
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Sulle sponde del solito fiume
Che il lettore ormai annoiato
Ancora ritrova
Ho celebrato
Come antico sacerdote
Un escatologico funerario
Rito.
E con esso è morto
Ciò che ancora giaceva
Putrido dentro il mio quotidiano
Patire.

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Affannate e stonate
Note d’un violino
Scendono nell’aria ristagnano
E come echi di pensieri miei stanchi
Svaniscono in ripetuti
Doppler effetti.
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Quando dio giunse
Dalle sponde del mare
Sull’isola degli uomini
Di fame
Subito ci si accorse
Che era già cadavere
Alla deriva
E nulla restò da fare
Se non azzannare
La sua putrida carne.
Eucaristia capovolta.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Carissimo Fratello, un abbraccio connettivo a te! Forse non sei ancora a conoscenza di un evento portentoso che mi turba moltissimo. Il Sole di KRA si è spento!

1:58 PM  
Anonymous Anonimo said...

un debito di riconoscenza per te. per tutto. per quello che hai intuito. il reading lo devo anche a te. grazie...

8:59 PM  
Anonymous Anonimo said...

Logos carissimo,
grazie - di tutto...
La mano prosatrice mi è scappata. C'è ancora luce postumana nel mio Cerchio.

A presto!

L.

10:57 PM  
Anonymous Anonimo said...

Con un po' di ritardo (dal 20 ottobre te l'avevo promesso...) sono venuta anch'io a leggere. Curioso leggere "Parole di Logos", come logoi di parole, parole di parola, parola della parola, parola nella parola e sula parola. Il linguaggio è come sempre quella prigione che ci libera, quella libertà che ci intrappola nelle sue regole, per questo con la poesia proviamo a sfidarle.
Mi tuffo, ti farò sapere le mie impressioni quando riemergerò.
Chiara

4:09 PM  

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