17 febbraio 2008

Vedo il mio corpo appeso

Vedo il mio corpo appeso
Vedo il mio corpo appeso,
lo vedo dondolare,
e da ultimo sobbalzare.
Vedo il movimento allentarsi
ad ogni squasso più lento,
fino a restare
docilmente fermo.

Vedo il corpo immobile,
perpendicolare,
come ricordasse
un antico desiderio.
Vedo il collo disteso,
allungato ed inumano
deforme in retaggi animali
di non euclidea perfezione.

Ed il naso odorare
L’odore dolciastro e molle
Della corda di canapa
Che stringe, che taglia.
E il suo sapore di cannella.

Cedono gli sfinteri pudichi
E il fetore e i liquami
D’intestinale corso
Scivolano a terra,
Allargandosi in una macchia
Bellicosa e ribelle.

Vedo il ghigno deforme
Del mio volto morente
Sorridere al nero
Delle sole pupille
Dilatate e urlanti
Muta invocazione.

Vedo la memoria sparire
Nello sterile deserto
Di neuroni essiccati
Nell’emoglobinica siccità.
Oscuro sipario cadente
Sull’illusione e le scrostate speranze.

Ora non vedo più nulla
Niente intuisco,
Nero.
E neppure odo il silenzio
Invadente
Della morte.
Della mia morte.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

vedersi appesi. è un sogno ricorrente...

7:14 PM  
Anonymous Anonimo said...

CHE FELICITA' EVVIVA!!!!!

4:10 PM  
Anonymous Anonimo said...

Carissimo Fratello in Seth, complimenti vivissimi per "l'Ultima Stanza del Mondo", di cui avevo letto una precedente versione!
Una fulgida settimana a te

P.S.
Ho poi controllato, e mi ricordavo bene: la pronuncia corretta è /homski/, come mostrato in questo sito.

11:04 AM  

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