Non piangere, Meraviglia
Oltre
Il caso si è fermato alla mia porta,
Le strane nocche han bussato
Due tocchi secchi ed improvvisi:
Il mondo s’è squassato.
Sono immerso in un denso
Liquido amniotico e non penso,
Mio dio, non penso
Alle colpe, al fare, al dire
Agli errori, al tempo, al momento
Alle conseguenze. Alle conseguenze.
Degenera la poesia e queste
Sono parole scritte su biglietti
Volanti verso treni che troppo presto
Si mettono in moto.
Non voglio nulla e nulla
Ho mai chiesto,
Sono morto una vita fa e sono risorto
Parola. Ma non manichino.
Non manichino.
Chiudo gli occhi e sento il silenzio
Di Meraviglia Nascosta
E vedo l’ombrello che non ha paura
Di un basso gradino e fa il passo oltre
Verso
Verso l’oltre
Oltre.
Che tu sia per me la testa
Che tu sia per me la testa
Ed io le ginocchia
E un silenzio
Per sempre
Ovunque.
A M.n.
Torno me stesso
Il mio nome
Dimenticato
Risorge in
Polvere sottile
Granelli infiniti
Di nuova identità
E io torno me stesso
In un inizio
Che non si ripete
Sono nuovo.
Lo sono sempre stato.
Il tuo vero nome
Ascolta questo canto
Chiudi gli occhi
Smetti persino
Di respirare.
Ovunque
Mormora il silenzio
Nel palmo d’una mano
Raccoglilo.
Non v’è null’altro
E solo resta
Il tuo vero
Nome.
Il caso si è fermato alla mia porta,
Le strane nocche han bussato
Due tocchi secchi ed improvvisi:
Il mondo s’è squassato.
Sono immerso in un denso
Liquido amniotico e non penso,
Mio dio, non penso
Alle colpe, al fare, al dire
Agli errori, al tempo, al momento
Alle conseguenze. Alle conseguenze.
Degenera la poesia e queste
Sono parole scritte su biglietti
Volanti verso treni che troppo presto
Si mettono in moto.
Non voglio nulla e nulla
Ho mai chiesto,
Sono morto una vita fa e sono risorto
Parola. Ma non manichino.
Non manichino.
Chiudo gli occhi e sento il silenzio
Di Meraviglia Nascosta
E vedo l’ombrello che non ha paura
Di un basso gradino e fa il passo oltre
Verso
Verso l’oltre
Oltre.
Che tu sia per me la testa
Che tu sia per me la testa
Ed io le ginocchia
E un silenzio
Per sempre
Ovunque.
A M.n.
Torno me stesso
Il mio nome
Dimenticato
Risorge in
Polvere sottile
Granelli infiniti
Di nuova identità
E io torno me stesso
In un inizio
Che non si ripete
Sono nuovo.
Lo sono sempre stato.
Il tuo vero nome
Ascolta questo canto
Chiudi gli occhi
Smetti persino
Di respirare.
Ovunque
Mormora il silenzio
Nel palmo d’una mano
Raccoglilo.
Non v’è null’altro
E solo resta
Il tuo vero
Nome.
Etichette: Conosci il nome?
3 Comments:
Scritte sulle poche pagine bianche del primo volume del Teatro di Harold Pinter, sono il tentativo disperato di sfogare sensazioni.
Segnalibro sul libro delle mie emozioni.
Logos
i nostri nomi. quelli eterni, dove il tempo non ha nemmeno senso.
Carissimo, è sempre un raro piacere incontrarti! Ricordo ancora qualcuno dei miei antichi nomi, ma sono convinto che non porti bene pronunciarli. Il suono di certe parole attrae gli eventi...
Un immenso abbraccio connettivo!
Marco
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