14 maggio 2008

Questa sera ho visto il muro

Dipingi il mondo

Dipingi il mondo
Da una finestra cieca.

Ascolta il suono delle stelle
Cadenti,
Pensa all’acqua
Che ti avvolge.

Siedi nella mia stanza
E sul palco smetti
Di recitare.

Incidi il vento
Del sud
E danza litanie
Funebri.

Il fiume scorre e insegue
La fonte
Una piccola barca va
Alla deriva.

Ricorda le note
Di violini scordati
Cavalca l’ansa
Di una duna.

Questo il mio nome
Null’altro ho da offrire.

Biografia riflessa
In uno specchio
Argentato.


Come un silenzio


Come un silenzio
Le note di Schubert
Placano la mente.

Deserto musicale
E tutto è solo
Polvere di nulla.

Scompare persino il dolore
Di un corpo
Segretamente malato.

La follia
Il ricordo
L’altra vita.

Sussurrano i violini
E gli altri archi
Solo un’antica melodia.

Canta incessante
Il nome mio:
Chiudo gli occhi

Conosce il mio nome.


Questa sera ho visto il muro

Questa sera ho visto il muro,
limpido sguardo oltre un velo
e il castello ne resta avvolto
come un’afosa nebbia.

Creature senza volto
Appese a tralicci di un vagone dipinto
Che corre ridicolo
In circolo perenne.

Ed io vedo nei loro occhi
La tristezza
E maledico me stesso,
Archeologo del dolore.

Stasera ho visto il muro
Me nessun vago infinito aldilà
Se non un solito cammino
E altri urlanti poeti.

Mercanti fenici e niente altro
Solo un muro in cui affogare
Senza alcuna eretica
Resurrezione.

Statico resta il mio nome.
Tratto sul polso e biografia incisa
Sulla viva corteccia di un sempreverde
Che guarda al sole.

Stasera ho visto il muro
E resta solo il mio nome
Il muro è lontano,
Intatto vigliacco.

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