26 agosto 2008

Ghiaccio e Guerra - prima parte.

Ghiaccio e Guerra
I

Là fuori vi sono solo
Ghiaccio e Guerra

E io ascolto il clamore di battaglie
E il luccichio della neve
Che cade.

Ascolta, lo senti anche tu?

Forse è un urlo, una sirena,
Una mina che esplode,
o è solo il silenzio
di questa scrivania legnosa?

Alzo la testa e guardo
Fuori, solo bianco
Non vi è nulla
Se non bianco
E qualche rada esplosione.

Odo l’orizzonte che riecheggia
Un tonfo, un sordo lamento
Un urlo.

Lo odi?

Ascolta il mio stesso
Silenzio.

Il giradischi nella sala accanto
Gracchia guasto
E il vecchio vinile
Non svela l’incanto
Della musica antica.

La casa è piccola
Grandi finestre e vetri crepati
Un tempo aleggiava un profumo
Ma ora solo un vago odore
Di ghiaccio,
di neve
e polvere da sparo,
neppure più gli insetti
molesti
si fermano a curiosare.

In alto
Nel cielo
Grigio
Nuvole pesanti ed io
Penso a lei
Che si muoveva come le nuvole
Nei cieli
Inafferrabile.

Grigio e minaccia di pioggia,
la pioggia del mattino
quella fredda che cade sulle rovine
sulle tombe, sulle strade deserte
di questo panorama mesto
dipinto su questa grande finestra.

Freddo, le mani sono gelate
La sensibilità altrove
E persino la penna pesa
Come un macigno da condurre
Oltre il valico,
Eternamente.

Il legno si screpola, il foglio
Si consuma e l’inchiostro
Si ghiaccia in questo mio
Solitario raccontare
Il ghiaccio
E la guerra.

Bianco e rosso
Freddo e sangue.
Ghiaccio e Guerra.

Non ho mai creduto in Dio
E neppure posso pregare
O urlare insulti
Contro un altro volere
Perché il caso
Solo il caso
E nessun mulino a vento
Mascherato
Mo ha confinato qui
In questa mia casa.

Senza di lei.

Non ricordo più neppure il suo nome
Ma ho imparato a ricordare il mio e lo ascolto
Ripetuto sulle mie
Insanguinate labbra.
Conosco il mio nome.

La porta è là dietro,
un poco oltre il letto disfatto,
quasi la dimentico
aperta ma nessuno entra
in questa stanza
e la neve cade sul ghiaccio
sino a spezzarlo
e sprofondare.

Ghiaccio e guerra
Battaglie congelate
In istanti immobili
Senza esito, statici
Diorami di identici soldati,
sul punto di morire.
Morituri.

E io continuo a scrivere
Sino a che la pagina
finisce e il pallido sole
tramonta e il nero della notte
si riflette sul ghiaccio
e nei suoni della guerra.

In questa casa che guarda
I monti e alcune piramidi
Poco lontane
Attendo che la battaglia arrivi
E il ghiaccio giunga
E mi reclami alla sua
Imperitura
Perfetta immobilità.

Arriveranno prima gli scricchiolii
Del gelo o il ritmo
Distorto
Delle cannonate?

Intanto la neve
continua a cadere
E avvolge ogni cosa,
la mia vista
è priva di ogni cosa.

Io guardo fuori
E vedo piccole orme
Che vanno scomparendo
Non le riconosco, qui intorno
Non c’è nessuno da così
Tanto tempo,
forse sono le mie
o le tue
e tu stai salendo le scale,
i gradini di legno
per bussare ad una porta
e annunciare il tuo
sorriso.

La mia porta resta
Silenziosa
E io continuo a scrivere
E il ghiaccio a conquistare
E la guerra a devastare

E su tutti la neve
Non smette di cadere.
Indifferente.

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2 Comments:

Blogger Logos said...

Un debito al capolavoro di Anna Kavan, "Ghiaccio".
Seguiranno le parti due e tre.
Logos

4:55 PM  
Blogger Logos said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

4:55 PM  

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