02 febbraio 2009

Escatologia e Connettivismo

Escatologia e Connettivismo
Escatologia.
La fine del mondo si avvicina. Non è la fine di ogni mondo ma solo la fine del mondo dell’Uomo. E’ il futuro che precipita sul presente. Incombe come un’apocalisse senza redenzione.
E’ l’Uomo non può far altro che stringersi a sè ed osservare il tempo che scorre e che finisce.

Escatologia
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Guardare i propri ultimi giorni da esseri umani e interrogarsi sull’Oltre. Su ciò che ci sarà dopo. Chiedersi se ciò che attende l’Uomo al domani del presente è la Morte oppure qualcosa di diverso, di altro. Di Oltre.

Escatologia.
Esploratori dei territori della morte, pionieri dei luogo da cui nessuno prima è mai tornato. Narratori di storie provenienti dal Nulla. Camminatori nel luogo che è un non-luogo per non fermarsi e continuare a camminare.

Escatologia.
Che la fine del presente sia solo uno degli infiniti muri invalicabili. Siepi altissime da cui emerge nascosto l’Infinito. Limite delle situazioni umane che lascia intravedere l’Oltre PostUmano. Specchio da cui il riflesso dell’Uomo continuerà a fissarci anche quando non saremo più solo Umani. Presente che cade nel futuro e futuro che diventa un nuovo presente. Posteriore. In attesa di una nuova Apocalisse. Eterna ciclicità di non-uguali.

Escatologia.
Il fine del Connettivismo. Perenne indagine senza risultato di ogni Oltre senza ragioni e spiegazioni. Epifania velata senza annunciazione.

Escatologia.
Connettivismo.
E io muoio nella mia perenne incessante ricerca dell’Oltre.
Lì, racchiuso in ogni presente.
Là, impossibile dentro tutti i futuri.
Hic et Nunc, accartocciato mille volte nel passato.

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