30 giugno 2009

La morte di Napoleone ed altre poesie.

Pioggia

Gatto nero,
Biscia sul ciglio,
foglie cadute
e scure
terriccio bagnato
e qualche impronta
oltre la bava
di una lumaca
argentata.

Una sera d’estate
In un paese dimenticato
Dopo il consueto
Acquazzone
inaspettato.

Cammino sul rivo
Di una marciapiede deserto
Fatto di asfalto e altri detriti;
Dopo la pioggia piccole pozze,
Nubi pesanti cadute a terra.
ascolto lo sciabordare di un rivo
vicino.

Silenzio,
lumini di un alone rossastro,
costeggio un cimitero di campagna
e non sento neppure il gufo
pregare.
Bisbiglio una parola
Ma io non sono il viandante
E nessuna invocazione da raccontare.

In fondo le luci sintetiche,
La città dorme e io ho paura.
La notte è calata e non resta più tempo
Se non quello dell’andare.

Il fiumicciatolo pare gorgogliare più forte.


La morte di Napoleone

Dov’ero quando è morto Napoleone?

Chiudo gli occhi e cerco di ricordare.
Vedo il Baltico e una grigia città marittima
Fredda e viva di chiassose voci di un’estate anticipata.

Camminavo lungo la spiaggia schivando bambini biondi
E matrone urlanti.
Il Baltico era in silenzio. Forse già sapeva.

Era morto l’Imperatore e a nessuno pareva importarne.

Tolsi il cappello dalle falde larghe e mi venne in mente il cammello
E quello strano canadese dai pantaloni a righe.

Avevo già smesso di fumare ma mi accesi la pipa,
il faro era spento e nel cielo non vi erano nubi,
il vento non trasportava alcuna notizia.

Un campanile suonò alcuni rintocchi,
la corriera per Lubecca sarebbe partita di lì a poco
e io mi incamminai.
Forse in città qualcuno avrebbe ricordato
La morte di Napoleone.

Senza titolo
(Per ricordare)

Tra gente di mille paesi
Fuggiti e rifugiati
Tra il chiasso di musiche
Assordanti e scordate
Ti ascolto parlare
E mi sembra di leggere il segreto
Che nascondi.

Sbaglio le mie parole:
non ho mai imparato
Il linguaggio degli umani
E ancora vado cercando
Un’identica aliena.

Avevo smesso persino di scrivere
Queste lacrimevoli parole
Ma nel silenzio della mia solitudine
A chi importa se ancora
Insanamente
Io spero?

Cantano in questa stanza ora,
voci e note di un altro secolo
e ricordo il tuo volto,
Quale il tuo mistero?.

Sorrido,
mi accorgo di quanto sono ridicolo.

Donna

Scarpe rosse,
piedi nudi
terra bagnata
Vento
Uno strano odore.

Donna.

Era il giorno prima

Il giorno prima
Alcuni uomini sedevano sulla panchina
Nella piazza della città a bere e fumare.
Le donne con un berretto colorato
Ciarlavano nel vento e il mare brontolava
Placido.

Era il giorno prima.
Ogni cosa continuava come era sempre continuata
Bambini sulla spiaggia,
tavole imbandite
dolori e speranze
e il piccolo campanile
che scandiva le ore
Che mancavano.

Era il giorno prima
E tutto era certo,
noiosamente identico
Rassicurante ripetizione
del quotidiano.
Ognuno era al sicuro
nel giorno prima
che quieto scorreva.

Apro gli occhi.
Il mio giorno prima è stato tanto tempo fa.
Forse Napoleone era ancora vivo.
O forse mi confondo.
Ma il giorno prima è finito
E tutto ciò che è accaduto
Non è neppure esistito

Era il giorno prima.
Io ricordo
Ogni minuto
Di quel tempo
Che pareva essere
Eterno.

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