17 maggio 2010

Viaggio a Roma

Viaggio a Roma

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Piccoli agglomerati urbani

Carcinomi sulla distesa ovunque

Una fiumana di gente

Cravatte semicoscienti

E stivali chiodati.

Dicono sia un buon giorno

Per un suicidio di massa

Rituale e alla moda.

Alberi, qua e là come punti

Di un tratteggio nascosto

Nel grigio di asfalti fonoassorbenti.

Centrali nucleari, piccole esplosioni,

Inverni post atomici e residui

Di una biologia potenziata,

Braccia qui intorno e chip ancora sfrigolanti.

Qualche nuvola rosa nel cielo

E intanto il mio treno continua ad andare spedito.

Un cascinale, là! Oltre quella radura,

Cannibali portano al pascolo il gregge,

Ascolto canzoni e litanie,

La stagione dell'ingrasso si e' conclusa

Domani sarà festa e baccanali.

Ashbery mi senti?

Finalmente ho capito la tua fottuta poesia

Stringo tra le mani le tue parole

Sanguinano fra le mie dita.

Ashbery mi senti?

Il viaggio continua

E io scandisco le sillabe di un nuovo alfabeto

Cerco di pronunciare un nome in caratteri cuneiformi

Ma mi mancano le lettere

E persino I suoni,

Resta solo un gorgoglio acquoso,

Un blaterio e un biascicare distorto

Lo senti?

Un tempo era il mio nome.

Lo riconosci?

Il mio nome.

1 Comments:

Anonymous zoon said...

bello sentirsi il proprio nome, no?

3:05 PM  

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