05 giugno 2010

Celebrar un rito

Celebrar un rito
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Celebrar un rito
Ascoltando marce che lente si susseguono
Passi e sussulti
Un cielo grigio
E quell’odore di un mattino
Che non si spegne
Camminare in un corteo
Silenzioso di bisbigli e mormorii
Ricordi e vite che scivolano via
La coscienza allenta la sua presa
Parte di voi, parte di loro
Avanzare
La pira è già accesa
Crepitii di legna che arde
E colora di rosso facce smunte
Labbra serrate
Mani contorte
Nocche impallidite
E abiti lunghi e neri
Informi ed eleganti
Sporchi di fango e polvere
Terra ed erba
Il crocicchio è passato
Il corvo volato via
E il Tempio in rovina
Continua la processione
Flaccida e lenta
Salita ormai pigra salita
E folla, gente ovunque
Visi e capi chini
Lacrime mute
Occhi bordati e trucchi colanti
Maschere
Teatranti e attori
Di una commedia con finale scritto
Recitare
Un piccolo rogo
Carne che si fa polvere
Un fumo acre
Denso e senza colori
Senza colori
Davanti alle fiamme
Torna alla mente il suono
Di una voce che urla
Electric funeral pyre
Oh yeah…
Ma non vi è elettricità
Nessuna fine del mondo
Atomica e postmoderna
Solo il sudore davanti al fuoco
Che si mischia al pianto
Che non è più mesto
Né silenzioso
Blaterare
Parole
Biascicare nonsensi
E immaginare cipressi
E una piccola barca
Che se ne va
In diverse versioni
Verso l’Isola dei Morti
Duole la pelle
Gli occhi e le scintille del fuoco bruciano i capelli
Ciocche marroni si accartocciano al caldo
E cadono
In polvere nella polvere
Ritornare e spegnersi
In un incendio
In un mattino
Di cedro e ulivo
Di mediterranea memoria
Dimentica
Pianti ancora pianti
Nuovi alberi
Infiniti alberi
E pianti
Ma ora solo il nero
Di una polvere
Che aveva un nome
Senza memoria
Il mio nome
Senza memoria
La Morte.

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