L’orchestra non arriva
L’orchestra non arriva
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Restare silenzioso
Un momento ancora
E aspettare le note di un’orchestra
Tamburi e timpani e tamburelli
E cercare di sussurrare parole
Mormorii e bisbigli
Vedere la strada farsi polverosa
Di una nube gialla che annuncia
Un musica che è ancora un po’ troppo
Lontana
E gli occhi faticano
A ricordare volti e parole
Riconoscere tratti e idiomi
e nessuna folla acclama
a gran voce l’orchestra
che sta per arrivare
oltre la collina
e i cipressi
tra la polvere e lo sbatacchiar antico
di piedi sul selciato
rinsecchito
come una marcia di un esercito
che torna da un fronte freddo
e che si scalda al sole di una primavera
mediterranea e accaldata
di un pomeriggio afoso
immerso in un blu cielo
senza altra nuvola
che quella si appresta
oltre il declivio sterrato
e l’orchestra non giunge
silenzio di cicale migrate
di rondini estinte
e di bambini addormentati
e il menestrello che è fuggito
con la suorina
e il prete la piange
segretamente innamorato
restare nel silenzio
silenziosamente
aspettando
che l’orchestra arrivi
con le note
la musica
i canti e i balli
e che porti la vita
di un volto già dimenticato
e di occhi
che nascondono storie e fantasmi
da leggere e conversare
come in un castello
medioevale e anche più antico
ma l’orchestra non arriva
e vi è solo una polverosa nube
di terra secca alzata e smossa
da piedi che non esistono
affatto.
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