Samarcanda non è poi così lontana
Samarcanda non è poi così lontana
Il Baltico ha smesso
Di agitare le barche ancorate
Il piccolo porto
giace in quiete
E Travemunde resta silenziosa
In attesa di una tempesta
Che non arriverà
Il faro rosso è acceso
E la spiaggia grigia deserta
Un turista corre verso una locanda
Tenendosi il cappello
Un pianto di bambino
La matrona dolce che lo culla
E uno sparo in lontananza
Uno sbuffo
Una nube grigia si addensa
Improvvisa
E tutto appare
Per un momento perfetto
Immobile ed eterno
Diorama nel silenzio
Poi l’urlo
Il grido e il clangore di denti
Scheggiati
E scoppi e altri scoppi
Cingoli e zoccoli
Lance e cannoni
Molari e ossa
Ghigni e blaterii
La guerra è arrivata
E persino il Baltico pare scuotersi
Come destato da un sonno
Pigro e troppo pesante
Di lontano una burrasca
Un brontolio tutt’intorno
Un onda solitaria s’infrange sulla riva
Nessuna risacca
La seguo perdersi sulla sabbia
Scomparire disegnando
Ghirigori e linee sinuose
Lubecca è lontana
E io mi ricordo di lei
Gli occhiali e il suo odore
Sorrido
La battaglia è arrivata
E forse Samarcanda non è poi
Così lontana.
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