25 giugno 2010

Samarcanda non è poi così lontana

Samarcanda non è poi così lontana

Il Baltico ha smesso

Di agitare le barche ancorate

Il piccolo porto

giace in quiete

E Travemunde resta silenziosa

In attesa di una tempesta

Che non arriverà

Il faro rosso è acceso

E la spiaggia grigia deserta

Un turista corre verso una locanda

Tenendosi il cappello

Un pianto di bambino

La matrona dolce che lo culla

E uno sparo in lontananza

Uno sbuffo

Una nube grigia si addensa

Improvvisa

E tutto appare

Per un momento perfetto

Immobile ed eterno

Diorama nel silenzio

Poi l’urlo

Il grido e il clangore di denti

Scheggiati

E scoppi e altri scoppi

Cingoli e zoccoli

Lance e cannoni

Molari e ossa

Ghigni e blaterii

La guerra è arrivata

E persino il Baltico pare scuotersi

Come destato da un sonno

Pigro e troppo pesante

Di lontano una burrasca

Un brontolio tutt’intorno

Un onda solitaria s’infrange sulla riva

Nessuna risacca

La seguo perdersi sulla sabbia

Scomparire disegnando

Ghirigori e linee sinuose

Lubecca è lontana

E io mi ricordo di lei

Gli occhiali e il suo odore

Sorrido

La battaglia è arrivata

E forse Samarcanda non è poi

Così lontana.


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