Sei stata in questa stanza
Sei stata in questa stanza
Sei stata in questa stanza
Ora suona una lamentosa melodia
Hai respirato quest’aria
Ora profuma il bucato bagnato
Sottovoce il canto
Un menestrello folle e solitario
Vino decantato e calici colmi
Aromi cercati
Tra occhi e imbarazzi
Storie buffe di paesi
E di luoghi vaghi
Paesaggi di un’altra esistenza
Portogallo, Marocco, il Nord troppo freddo
E il Sud troppo caldo
Viaggi mai compiuti, una fantasia
Sentimentale e un poco ridicola
Piccoli piedi
Per giungere in questa stanza
Che guarda il cielo e un monte frastagliato
E che ora ha un ricordo che non riesce a scacciare
Scarpe accantonate in un angolo bagnato
Il mondo è rimasto a guardare
Mi hanno insegnato che nella poesia non ci vanno
I sentimenti,
I miei sentimenti,
e che questa allora non sia una poesia
ma una confessione,
un bisbiglio,
un pianto o una risata
o il consueto sfregio sul tempo che scorre
testimone indifferente
E’ stato. Inutile ma vero.
E’ successo e io non mi inganno
E non si inganni il traduttore
Non commetta qui un errore
Non si confonda, non si sbagli.
Questo il cielo scuro con le rade stelle
Che abbiamo osservato e là due raganelle
Questo è il cielo.
Fuori ancora piove
Nonostante le previsioni
E le premesse
E anche qui ancora piove
Nonostante le premesse
Che io continuo ad odiare
Ma che importa?
Nelle poesia non vi vanno le emozioni
Chi sono io?
Solo un uomo normale
Granelli di un’umanità irriconosciuta
Che passeggia leggendo anche se piove
Nessuna stranezza
Basterebbe
Forse una parola
Mai pronunciata
In una delle tue molte lingue
E chissà che un senso non lo si trovi
In questa realtà Assurda
Perdonami Albert,
Maestro mio,
un senso forse
Potrei trovarlo.
Lo sai,
Adoro ingannarmi.
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