18 agosto 2010

Inutile Epifania

Voglio ricordare un momento che è stato inutile epifania.
Una nuvola nel cielo corre veloce e si nasconde dietro le cime di alberi, forse tigli.
Una folata improvvisa e grossi coriandoli colorati sparsi per terra si animano e si affrettano verso di me. Sono seduto ad una panchina e converso del Vecchio della montagna e di una segreta piazza iraniana con una Regina di Spagna, poco più in là gli undici antichi Imam sciiti.
La fine verrà poco dopo, il mio personale pogrom e la lacrima e la nausea.
E quel dolore soffuso al petto, come un’emicrania del cuore.
Ho vissuto ancora un tempo antico, avevo promesso di non farlo.
Ho esplorato sentimenti molli e ora sono sull’orlo di un viaggio solitario.
Che il Drago Rosso mi dia forza. Fiamme per bruciare i ricordi
E i luoghi che non avrò camminato
Le parole che non mi saranno state dette e il sapore di incavi mai assaporati.
Questo sono io, in ogni tempo.
Mi ripeterò sino a confondere il presente col passato e questo con il futuro.
Bastava dire un parola,
ma la Regina è luterana,
e la salvezza si dà per grazia, e per fede,
non per azioni.

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