21 settembre 2010

Ancora Freddo

Ancora Freddo

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Per un lungo tratto

Prima di qualche altra morte

La sua, la mia, di uno sconosciuto soldato

Commilitone,

Camminai a fianco di un uomo minuto

Malfermo e insicuro

Gli occhiali tondi

Il viso stanco e negli occhi

L’attesa

Parlava uno stano accento

Forse straniero avanzava

In quella terra straniera

Astronomo si diceva

Cercava nel nero di ogni notte

Pianeti che per me erano solo stelle

Vaghe luci, bagliori senza nome

Ricordo ne nominava ognuno

Uno per uno

Pluto

Venus

Jupiter

Uranus

Mars, il rosso

E altri il cui nome non avevo mai neppure udito

Mi disse ascolta

Fai silenzio

Ecco il suono dei pianeti

L’armonia, la musica

Le note

Chiudeva gli occhi

E si perdeva

Altrove

Lo invidiavo

Io condannato a non sognare

Morì, come morirono tutti

E io non ho mai udito la musica

Dei suoi eterni astri.

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Fuoco e fumo

Rosso e case

Tizzoni e scintille

Incendi

Roghi

Come ad un medievale inquisitorio festino

Bruciava ogni cosa

Il nemico fuggiva

Fuoco e fumo

Fiamme e polvere nera

Niente

Manciate di cenere

Fuliggine e pochi resti

Non restava nulla

Crepitii

Il fuoco parla

La sua voce è roca

Violenta e presuntuosa

Intorno a noi

Davanti a noi

Solo incendi

Il nemico fuggiva

E dietro di sé

Manciate di terra arsa

Che fra le dita si sbriciola

Come sabbia

In un deserto

Senza miraggi.

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Filastrocca

Ancora un passo

Fanne un altro

Uno ancora

Fai un passo e l’altro ancora

Non fermarti non pensare

Lascia il pè avanzare

Sciocca filastrocca

Urlata come una marcia

Trionfale

Esercito invitto

Gloria dell’Impero

Grande Armata

Canticchiare come fanciulli

Senza pensieri

Ancora un passo

Fanne un altro

Uno ancora

Fai un passo e l’altro ancora

Non fermarti non pensare

Lascia il pè avanzare

Altre strofe non rammento

Nella neve che non si sciolse

Un verso ancora forse due

Si cantava del nemico

Della morte

Della fame e del freddo

Non c’è scampo

Non c’è scampo

Ricordo la fine

L’ultimo verso

Non c’è scampo.

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Prima di un giorno

Dopo il suo tramonto

Al calar della notte buia

Apice del sole

Horae Canonicae passate in sommessa preghiera

Capo chino a fissare la neve

Il passo l’avanzare

Ancora e ancora

La prima, la terza,

Grida la luce

Il boia tra le fila

la sesta

Vocazione al camminare

Dentro la neve

Lentamente sprofondare

La nona il vespro

Il sangue asciutto

Il tramonto e il tonfo

Compieta è compiuta

Nel suono di un cuore

Ritmo nel movimento

Senza trama

E nessuna lode

In solitudine, per compagnia

In solitudine, per compagnia

Vi prego.

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La prima volta che vidi la rocca fu alcuni giorni prima
Diroccata e alta
Pendula e decadente
La nebbia si disperdeva
E la forma antica della torre
Si stagliava nel grigio
Un'ombra tremolante si perdeva oltre la selva
La ricordavo nel suo languire
Dama abbandonata e invecchiata
Come in quel sonetto di Baudelaire
Vidi la rocca quel giorno
La pioggia si era da poco fermata
Eravamo non lontani dal fiume
Vidi la rocca una seconda volta
Un secondo giorno senza nubi e senza fiumi
Vidi la rocca un terzo giorno
Prima del tramonto
Nella foschia che si tingeva di rosso
Vidi la rocca un quarto giorno
Stagliarsi contro la luna
Pallida nel cielo
Vidi la rocca un quinto giorno
Circondata da suoni
Ululati e lupi
Vidi la rocca un sesto giorno
Senza ore ne' tempo
Vidi la rocca cosi' tante volte
Che smisi di contarle
Forse migliaia
E non chiesi mai
Chi altri oltre me la vedeva
Identica seguirci
Andavo
Avanti
Ero con uomini che non chiedono
Ero con gli uomini

Che non si voltano.


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