Ancora Freddo
Ancora Freddo
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Per un lungo tratto
Prima di qualche altra morte
La sua, la mia, di uno sconosciuto soldato
Commilitone,
Camminai a fianco di un uomo minuto
Malfermo e insicuro
Gli occhiali tondi
Il viso stanco e negli occhi
L’attesa
Parlava uno stano accento
Forse straniero avanzava
In quella terra straniera
Astronomo si diceva
Cercava nel nero di ogni notte
Pianeti che per me erano solo stelle
Vaghe luci, bagliori senza nome
Ricordo ne nominava ognuno
Uno per uno
Pluto
Venus
Jupiter
Uranus
Mars, il rosso
E altri il cui nome non avevo mai neppure udito
Mi disse ascolta
Fai silenzio
Ecco il suono dei pianeti
L’armonia, la musica
Le note
Chiudeva gli occhi
E si perdeva
Altrove
Lo invidiavo
Io condannato a non sognare
Morì, come morirono tutti
E io non ho mai udito la musica
Dei suoi eterni astri.
Fuoco e fumo
Rosso e case
Tizzoni e scintille
Incendi
Roghi
Come ad un medievale inquisitorio festino
Bruciava ogni cosa
Il nemico fuggiva
Fuoco e fumo
Fiamme e polvere nera
Niente
Manciate di cenere
Fuliggine e pochi resti
Non restava nulla
Crepitii
Il fuoco parla
La sua voce è roca
Violenta e presuntuosa
Intorno a noi
Davanti a noi
Solo incendi
Il nemico fuggiva
E dietro di sé
Manciate di terra arsa
Che fra le dita si sbriciola
Come sabbia
In un deserto
Senza miraggi.
Filastrocca
Ancora un passo
Fanne un altro
Uno ancora
Fai un passo e l’altro ancora
Non fermarti non pensare
Lascia il pè avanzare
Sciocca filastrocca
Urlata come una marcia
Trionfale
Esercito invitto
Gloria dell’Impero
Grande Armata
Canticchiare come fanciulli
Senza pensieri
Ancora un passo
Fanne un altro
Uno ancora
Fai un passo e l’altro ancora
Non fermarti non pensare
Lascia il pè avanzare
Altre strofe non rammento
Nella neve che non si sciolse
Un verso ancora forse due
Si cantava del nemico
Della morte
Della fame e del freddo
Non c’è scampo
Non c’è scampo
Ricordo la fine
L’ultimo verso
Non c’è scampo.
Prima di un giorno
Dopo il suo tramonto
Al calar della notte buia
Apice del sole
Horae Canonicae passate in sommessa preghiera
Capo chino a fissare la neve
Il passo l’avanzare
Ancora e ancora
La prima, la terza,
Grida la luce
Il boia tra le fila
la sesta
Vocazione al camminare
Dentro la neve
Lentamente sprofondare
La nona il vespro
Il sangue asciutto
Il tramonto e il tonfo
Compieta è compiuta
Nel suono di un cuore
Ritmo nel movimento
Senza trama
E nessuna lode
In solitudine, per compagnia
In solitudine, per compagnia
Vi prego.
La prima volta che vidi la rocca fu alcuni giorni prima
Diroccata e alta
Pendula e decadente
La nebbia si disperdeva
E la forma antica della torre
Si stagliava nel grigio
Un'ombra tremolante si perdeva oltre la selva
La ricordavo nel suo languire
Dama abbandonata e invecchiata
Come in quel sonetto di Baudelaire
Vidi la rocca quel giorno
La pioggia si era da poco fermata
Eravamo non lontani dal fiume
Vidi la rocca una seconda volta
Un secondo giorno senza nubi e senza fiumi
Vidi la rocca un terzo giorno
Prima del tramonto
Nella foschia che si tingeva di rosso
Vidi la rocca un quarto giorno
Stagliarsi contro la luna
Pallida nel cielo
Vidi la rocca un quinto giorno
Circondata da suoni
Ululati e lupi
Vidi la rocca un sesto giorno
Senza ore ne' tempo
Vidi la rocca cosi' tante volte
Che smisi di contarle
Forse migliaia
E non chiesi mai
Chi altri oltre me la vedeva
Identica seguirci
Andavo
Avanti
Ero con uomini che non chiedono
Ero con gli uomini
Che non si voltano.
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