Poesie di una notte di mezza estate
Teoria
matematica dell’Eterno Ritorno
Ritornare,
Ritornare,
per
la via di un Calvario
Incontrando
figuranti mascherati e silenzio
Ebrei
erranti e Sinagoghe dipinte;
Canta
il Muezzin grida stonate
Tersa
è la notte, senza stelle
Un
cane abbaia lontano cercando la luna
Non
scorre il tempo e ogni cosa è circolare
Teoria
matematica dell’Eterno Ritorno
Al
nulla
Entropiche
derive
Equazioni
perfette
Nell’assenza
del nero.
Scheletro,
dimmi chi sei?
Scheletro,
dimmi chi sei?
Conosco
quelle ossa che agiti ballando
E
che suonano con uno strumento a fiato?
Tlock
Tlick Tlack
Ritmi
e singulti di una macabra danza
Come
un tip-tap
Di
femori e talloni
E
di pietre tombali
Troppo
decorate.
Dimmi
il tuo nome
Agita
la bocca scarna e seppur senza lingua
Non
indugiare ancora
Pronuncia
e alita la segreta parola
Tlock
Tlick Tlack
Ssshhh
Nessun
altro ti ascolta
Solo
io
Mi
vedi?
Sono
qui.
Come?
Vuoi
sapere il mio nome?
E
perché ora mi chiami scheletro.
Non
vedi la mia carne e la mia pelle
Il
sangue che scorre nelle vene
I
miei chiari capelli e l’azzurro nelle orbite.
Tlock
Tlick Tlack
Che
dici?
Non
li vedi?
E
che cosa vedi, Scheletrino strambo?
Maccheddici?
Uno
scheletro anche tu?
E
uno specchio?
Vedi
te.
E
chi vedo allora io?
Me?
Tlock
Tlick Tlack
Hanno
annunciato la guerra
Hanno
annunciato la guerra.
Strilli
e campane a festa
Nel
patriottico villaggio,
Canti
lungo le vie
Inni
alla Nazione
Voci
bianche e da fiati malati
Un
cane abbia di rimando
Come
fosse un trombone
E
io continuo a camminare
Aspettando
che cali la notte
Il
buio, il freddo,
Le
nubi e la pallida luna
Salirà
dal mare
Come
un alito di vento
Una
risacca densa
La
comprensione,
La
fine dell’illusione
Dell’euforia
e della follia
E
nelle stanze
Delle
case, qui sul Baltico,
per
la prima volta
Si
ha paura.
L’hanno
annunciata.
La Guerra sta arrivando.
Tu
sei lo scheletro
Una volta passeggiavo per le strade di un
paesello di campagna
Quando
all’improvviso apparve un uomo
Beh…
proprio un uomo non era
Infatti
disse di esser morto
Cioè,
una volta era morto
Ma
ora si vantava di non esserlo più
Lo
guardai bene
L’osservai
con attenzione
Eppur
non mi sbagliavo
Gesù
proprio non sembrava
Forse
Lazzaro?
Ma
non era zoppo?
E
chi sei? Chiesi
Invero
un po’ scortese
Io?
Disse quello
Il
morto, o meglio,
L’una
volta morto ma ora non più morto
E
dunque vivo ma non proprio vivo vivo
Son
lo Zombie, non mi riconosci?
A
dir il vero t’avevo quasi scambiato per un altro,
risposi.
E
che ci fai qui al paesello, Signor Zombie?
Che
ci faccio? Passeggio
E
se mi capita c’incontro pure qualche amico
Amici?
Qui al paesello?
Ma
certo!
Il
signor Vampiro, Il Lupo Mannaro
La Mummia e il Mostro della
Laguna
E
poi, caro amico, ho appena incontrato te.
Me?
E
chi sarei mai io?
Ma
non lo vedi?
Tu
sei lo scheletro.
Tuttossa
e senza carne.
Niente
di appetitoso.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home