20 agosto 2012

Poesie di una notte di mezza estate

Teoria matematica dell’Eterno Ritorno
Ritornare,
per la via di un Calvario
Incontrando figuranti mascherati e silenzio
Ebrei erranti e Sinagoghe dipinte;
Canta il Muezzin grida stonate
Tersa è la notte, senza stelle
Un cane abbaia lontano cercando la luna
Non scorre il tempo e ogni cosa è circolare
Teoria matematica dell’Eterno Ritorno
Al nulla
Entropiche derive
Equazioni perfette
Nell’assenza del nero.


 Scheletro, dimmi chi sei?
 Scheletro, dimmi chi sei?
Conosco quelle ossa che agiti ballando
E che suonano con uno strumento a fiato?
Tlock Tlick Tlack
Ritmi e singulti di una macabra danza
Come un tip-tap
Di femori e talloni
E di pietre tombali
Troppo decorate.
Dimmi il tuo nome
Agita la bocca scarna e seppur senza lingua
Non indugiare ancora
Pronuncia e alita la segreta parola
Tlock Tlick Tlack
Ssshhh
Nessun altro ti ascolta
Solo io
Mi vedi?
Sono qui.
Come?
Vuoi sapere il mio nome?
E perché ora mi chiami scheletro.
Non vedi la mia carne e la mia pelle
Il sangue che scorre nelle vene
I miei chiari capelli e l’azzurro nelle orbite.
Tlock Tlick Tlack
Che dici?
Non li vedi?
E che cosa vedi, Scheletrino strambo?
Maccheddici?
Uno scheletro anche tu?
E uno specchio?
Vedi te.
E chi vedo allora io?
Me?
Tlock Tlick Tlack


Hanno annunciato la guerra
Hanno annunciato la guerra.
Strilli e campane a festa
Nel patriottico villaggio,
Canti lungo le vie
Inni alla Nazione
Voci bianche e da fiati malati
Un cane abbia di rimando
Come fosse un trombone
E io continuo a camminare
Aspettando che cali la notte
Il buio, il freddo,
Le nubi e la pallida luna
Salirà dal mare
Come un alito di vento
Una risacca densa
La comprensione,
La fine dell’illusione
Dell’euforia e della follia
E nelle stanze
Delle case, qui sul Baltico,
per la prima volta
Si ha paura.
L’hanno annunciata.
La Guerra sta arrivando. 

Tu sei lo scheletro
 Una volta passeggiavo per le strade di un paesello di campagna
Quando all’improvviso apparve un uomo
Beh… proprio un uomo non era
Infatti disse di esser morto
Cioè, una volta era morto
Ma ora si vantava di non esserlo più
Lo guardai bene
L’osservai con attenzione
Eppur non mi sbagliavo
Gesù proprio non sembrava
Forse Lazzaro?
Ma non era zoppo?
E chi sei? Chiesi
Invero un po’ scortese
Io? Disse quello
Il morto, o meglio,
L’una volta morto ma ora non più morto
E dunque vivo ma non proprio vivo vivo
Son lo Zombie, non mi riconosci?
A dir il vero t’avevo quasi scambiato per un altro,
risposi.
E che ci fai qui al paesello, Signor Zombie?
Che ci faccio? Passeggio
E se mi capita c’incontro pure qualche amico
Amici? Qui al paesello?
Ma certo!
Il signor Vampiro, Il Lupo Mannaro
La Mummia e il Mostro della Laguna
E poi, caro amico, ho appena incontrato te.
Me?
E chi sarei mai io?
Ma non lo vedi?
Tu sei lo scheletro.
Tuttossa e senza carne.
Niente di appetitoso.

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