12 novembre 2012


Squarci e crepe. Sangue.
Preannuncio di una fine
Iconoclastie concentriche
Spettri derive e cumuli
Niente in prossimità del niente.

L’attesa agita il velo
Madrigale di suoni indistinti
Ascolta! Il suono s’è composto
Vortice di cromie al nero.

Manifestazione di epifanie epiche.

Ora la trama si impone al reale
Squarci e crepe. Sangue.

2 Comments:

Blogger Ettore Fobo said...


Dalle tue ultime poesie vedo che stai affrontando un processo di rarefazione del linguaggio, stai asciugando il dettato. L’esito è la sintesi ed essa è il cuore di ciò che noi chiamiamo poesia. Mi chiedo se questo processo ti costi fatica o arrivi spontaneamente. Io propendo per la prima ipotesi. In ogni caso, complimenti Logos.

5:02 PM  
Blogger Logos said...

Faticoso. O meglio, la parola nasce grezza da un flusso quasi allucinatorio, non pienamente cosciente, onirico guidato solo dal suono e da una pre-logica antica.
Solo dopo, sul foglio, forte e doloroso il lavoro di labor limae che pulisce, leviga, toglie e sonorizza.
Ciò che resta è la parola pura, magica. L'incantesimo.
Grazie del tuo passaggio.
A presto.
Ciao
Alex

6:12 PM  

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