Mi riconosco in questo spazio
Mi riconosco in questo spazio
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Vedo un volto alla finestra,
Immobile mi fissa.
Un folle canta a squarciagola
Il suo diario di matto.
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Mi riconosco in questo spazio
In una solitaria abitudine
E intuisco
Il medesimo silenzio.
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Le stelle sono immote
E Aristotele si sbagliava
Nessuna musica, nessun suono.
Lo senti anche tu il brusio?
Sono i ratti che cantano,
Il loro Re sta arrivando.
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La stanza è piccola
Finestre, pareti di vetro
Piramidi e cattedrali.
Il volto mi fissa ancora, vuoto.
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Sfoglio un libro di pagine fitte
Minuti caratteri accatastati
Leggo il silenzio
E la polvere
E il puzzo di vecchio.
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La poesia è un inganno
Nessun rumore, o vocio.
Silenzio.
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Mi ricordo di te. Chi sei?
Dove ti ho vista prima d'ora?
Danzavi?
Non sogno nulla ormai,
Buio. Nero.
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Tornerò al Baltico
Ma ora le navi sono immobili
Ferme nel ghiaccio
Che non parla.
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Lubecca è una città triste
E un monaco scivola via
Veloce oltre il portale del kloster,
Nessuno si e' ancora svegliato
L'alba e il mare sono lontani.
E io cammino.
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Il volto alla finestra è scomparso,
Tu continui a non esistere
Il folle urla
Io mi immergo nel silenzio.
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Sono a casa,
Guardo il cielo.