22 febbraio 2011

Spettro sugli spalti

Spettro sugli spalti

Silenzio
Dove sono I brusii
Il mormorio e le soffuse urla
Il latrato il pianto
La preghiera l'invocazione
Lo scroscio
Il gracchiare
La rivolta nel mio sangue

La rabbia?

Deserto regno
Vedo rovine e macerie
Riconosco le tracce
E sprofondo in una desiderata dimora
Consueta devastazione
Vita
Sono il re pescatore
L'hidalgo il folle predicatore
L'eresiarca
Il santo arso
Il cenobita
La Parola.

Siedo su un masso
E aspetto
Nessuna verità
Nessun cadavere
Ogni cosa è già morta
Putrida alla deriva
Di niente
Polvere e vento
Sipario nero
Chiamate l'attore
La recita è finita
Che se ne vada

Se ne vada!

Se solo sapessi ancora una volta
Morire
Dormire
Senza sognare ad Elsinor

L'eco urla nel salone
Un rivolo di sangue si fa incontro
Al nuovo re che arriva
E nel fiume non vi è più nemmeno Ofelia.

Un teschio rotola sul selciato

E una risata si fa beffe di un uomo

Spettro sugli spalti.

08 febbraio 2011

Escludere una presenza da uno spazio vuoto

Escludere una presenza da uno spazio vuoto

Escludere una presenza da uno spazio vuoto
Silenziosa contemplazione di una realtà che si distorce
Piaghe ferite da cui suppura un colloso niente
Colori e forme che s'accartocciano e il piano svanisce senza l'eco di note
Stelle bianche sbiadite su un telo e un vago disegno s'intreccia nel cielo
Notte, ascoltare un insetto che graffia un suono metallico e un neon cinguetta incantato,
Ho pregato divinità ancora una volta estinte e intorno odore di cera e incenso e il legno di una piccola chiesa medievale
Rintocchi lungo la valle e un'ombra corre a fianco di un rivo
Nessun rumore ovunque.
Ogni cosa trae un nuovo significato e l'alba stenta ad arrivare
Finti orizzonti che si inseguono in un nero rancoroso
Invocazioni e urla
Lacrime e saliva e deserto regno
Parola deserta il regno
Un re e un pescatore e niente altro

Oscillare e pregare

Oscillare e pregare

Oscillare e pregare
Nenia folle che s'avvolge
Sui tetti bassi di una città
E scivola un rivo
Silenzioso al tempio,
Un coro intona il canto
E poi ancora silenzio
Appiccicosa densità
Risacca di significati
Languido nulla in cui morire.

Ya es tiempo!
E l'Impero si spegne
Oltre la storia e la memoria
Non vi e' nulla qui intorno
Scrigni sigillati di passato
Cocci di altre personalità
Dimenticate impronte

Oltre
Ferite brulicanti di voci
Bisbigli e mormorii, placide bestemmie
Catara deriva in un ultimo ascetismo
E poi il sonno
Deserta parola
L’arido senso
La crepa nel cretto.


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