Ancora nel Freddo
Ancora nel freddo
Basta un passo
Pensai molte volte
Basta un passo
Poco oltre
Il selciato
Lungo il dirupo
Di una fenditura
Scoscesa nella roccia
Rossa
Basta un passo
Sbadato
Stanco e distratto
Lasciarsi cadere
Scivolare
Oltre
In quel nero
Fumoso che giace
In silenzio
Un tonfo
Forse un urlo
Lungo
E poi niente
Sarebbe solo un passo
Ultimo passo
E poi riposo
Senza freddo
Senza soldati
Senza coscienza
Senza dolore
Né ricordi
Né pianti, ne voci
Addio, Generale
Bastava un passo.
Fulmini
Quella sera nel cielo vi erano fulmini
Lampi improvvisi di luce
Sprazzi gialli
Rumorosi e sordi
Colpi fra le nuvole
Nessuna stella
Né la luna
Una tinta di blu
E un tocco di grigio
E schizzi di bianco
Colanti
Tempesta in arrivo
Sentì urlare
Poco più su
Nella colonna
Del lungo serpente verde
Tempesta!!!
Ma nessun odore nell’aria
Solo il puzzo di fumo
Polvere da sparo e metallo bruciato
Quel sapore che altre volte avevo assaggiato
Lassù
Sulle sponde di un mare del nord
Dove vi è sempre guerra fra le città di una lega
E imperi, principati e vescovati
Guerre sui fiumi, nel mare
Fra le foreste e ovunque
Il sapore
Duro
Di un colpo di cannone
Un colpo di cannone
Un colpo di cannone
Un tonfo
Una luce nel cielo.
Non vi era nessuna tempesta quella sera
La guerra era vicina
E noi le stavamo camminando incontro.
Rimasi un po’ indietro
Quasi defilato
L’esercito passava
Verde nel suo scivolare
Serpente di uomini
Volti senza traccia
Come su un ponte
Alla deriva
Guardando il passo
Identico ancora
E io fermo osservavo
L’indifferenza.
Un gesto secco,
Piantai un pezzo di legno
Gibboso e curvo
Sul cumulo lieve
Terriccio smosso
Dissotterrato e poi coperto
Sopra un corpo
Cadavere d’uomo
Senza nome
Senza neppure la vita
Che aveva vissuto
Scomparso lì
Nel presente
In ogni futuro
E nel suo passato
Ovunque morto
Nella neve
Nel freddo
Nel nulla di una distesa
Fredda.
Un paletto di legno
Il mio umano artificio
Qui giace l’uomo
Un uomo
Egli
Non toccate il ramo
Silenziosa lapide
Sfregio nel niente
Traccia nel ricordo
Testimonianza ultima.
Eternare