24 settembre 2010

Di là, nel Freddo.

Il crocicchio ci colse di sorpresa

Strade e strade in grovigli di direzioni

E il Generale pensoso a scrutar mappe

Carte, Comandanti e Attendenti

Venivamo da ovest

C’era chi diceva da sud

Forse nord

Ma non era est

Il serpente verde si disperse caotico

Non v’era più ragione della sua esistenza

L’andare, l’avanzare

Nella pianura infinita

Nella nebbia e nel freddo

Un pallido sole rischiarava i dintorni

Vidi una torre diroccata

E mi parve di riconoscerla

Ma certamente mi sbagliavo

Fu chiamato il vescovo

Accompagnato dal pretino

Che puzzava di morte

L’alto prelato giunse in pantofole

E lo ricordo un po’ in panciolle

Il ventre gonfio il viso rubicondo

Dispensava benedizioni

Come una dama baci e un boia dolore

E nel mezzo del crocevia si fermò

Toccò la terra, pregò il suo dio

Chiuse gli occhi e fece un gesto

Di là

Disse.

E il Generale disse

Di là

E il pretino disse

Di là

E tutti dissero

Di là

E senza sapere perché

Andammo

Di là.

____

Radi i sogni nel cammino

Fantasmi di ricordi

E desideri

Che non più si possono desiderare

Chiudevo gli occhi

Temevo il sonno

Il risveglio il sognare

Il sole che arriva

Notte che si rischiara

E la solita eco di aver vissuto un luogo diverso

Nel caldo

Nel profumo

Persino nell’affetto

Sognavo i libri

I miei libri

Pagine e frasi che leggevo e rileggevo

Recitando poesie a memoria

Biascicando righi dopo righi

Ero il Salvatore della parola

Il Vivente custode

Il Messia annunziatore

Nella parola per la parola

Io ero la parola

Sino all’alba

E il risveglio

Nel silenzio

Del silenzio.

_____

Piccole preghiere

Sentivo bisbigliare

Nella notte nel giorno

Camminando dormendo

Invocazioni

Ex Voti

Ex Voti

Donne e Madonne si confondevano

Con figli e Cristi

Padri e Creatori

E su tutti aleggiava

Un confuso

Spirito Santo

Il Generale conosceva il mistero.

_____

Chi sei?

Disse la voce

Non ricordo

Risposi

Forse sono un soldato

Da dove vieni?

Continuò

Da laggiù

E indicai una direzione qualunque

Chi eri?

Incalzò

Non lo ricordo

Non un soldato

Dove andrai?

Avanti

Avanti

Avanti

Là in fondo

E indicai una direzione qualunque

Vi è la fine del viaggio

Dell’andare

Il cammino

Chi sarai?

(Una volta arrivato)

Chi sarò?

(Una volta arrivato)

Forse un soldato

Arriverai?

Arriverò?

E indicai una direzione qualunque.

21 settembre 2010

Ancora Freddo

Ancora Freddo

____

Per un lungo tratto

Prima di qualche altra morte

La sua, la mia, di uno sconosciuto soldato

Commilitone,

Camminai a fianco di un uomo minuto

Malfermo e insicuro

Gli occhiali tondi

Il viso stanco e negli occhi

L’attesa

Parlava uno stano accento

Forse straniero avanzava

In quella terra straniera

Astronomo si diceva

Cercava nel nero di ogni notte

Pianeti che per me erano solo stelle

Vaghe luci, bagliori senza nome

Ricordo ne nominava ognuno

Uno per uno

Pluto

Venus

Jupiter

Uranus

Mars, il rosso

E altri il cui nome non avevo mai neppure udito

Mi disse ascolta

Fai silenzio

Ecco il suono dei pianeti

L’armonia, la musica

Le note

Chiudeva gli occhi

E si perdeva

Altrove

Lo invidiavo

Io condannato a non sognare

Morì, come morirono tutti

E io non ho mai udito la musica

Dei suoi eterni astri.

_____

Fuoco e fumo

Rosso e case

Tizzoni e scintille

Incendi

Roghi

Come ad un medievale inquisitorio festino

Bruciava ogni cosa

Il nemico fuggiva

Fuoco e fumo

Fiamme e polvere nera

Niente

Manciate di cenere

Fuliggine e pochi resti

Non restava nulla

Crepitii

Il fuoco parla

La sua voce è roca

Violenta e presuntuosa

Intorno a noi

Davanti a noi

Solo incendi

Il nemico fuggiva

E dietro di sé

Manciate di terra arsa

Che fra le dita si sbriciola

Come sabbia

In un deserto

Senza miraggi.

_____

Filastrocca

Ancora un passo

Fanne un altro

Uno ancora

Fai un passo e l’altro ancora

Non fermarti non pensare

Lascia il pè avanzare

Sciocca filastrocca

Urlata come una marcia

Trionfale

Esercito invitto

Gloria dell’Impero

Grande Armata

Canticchiare come fanciulli

Senza pensieri

Ancora un passo

Fanne un altro

Uno ancora

Fai un passo e l’altro ancora

Non fermarti non pensare

Lascia il pè avanzare

Altre strofe non rammento

Nella neve che non si sciolse

Un verso ancora forse due

Si cantava del nemico

Della morte

Della fame e del freddo

Non c’è scampo

Non c’è scampo

Ricordo la fine

L’ultimo verso

Non c’è scampo.

______

Prima di un giorno

Dopo il suo tramonto

Al calar della notte buia

Apice del sole

Horae Canonicae passate in sommessa preghiera

Capo chino a fissare la neve

Il passo l’avanzare

Ancora e ancora

La prima, la terza,

Grida la luce

Il boia tra le fila

la sesta

Vocazione al camminare

Dentro la neve

Lentamente sprofondare

La nona il vespro

Il sangue asciutto

Il tramonto e il tonfo

Compieta è compiuta

Nel suono di un cuore

Ritmo nel movimento

Senza trama

E nessuna lode

In solitudine, per compagnia

In solitudine, per compagnia

Vi prego.

________

La prima volta che vidi la rocca fu alcuni giorni prima
Diroccata e alta
Pendula e decadente
La nebbia si disperdeva
E la forma antica della torre
Si stagliava nel grigio
Un'ombra tremolante si perdeva oltre la selva
La ricordavo nel suo languire
Dama abbandonata e invecchiata
Come in quel sonetto di Baudelaire
Vidi la rocca quel giorno
La pioggia si era da poco fermata
Eravamo non lontani dal fiume
Vidi la rocca una seconda volta
Un secondo giorno senza nubi e senza fiumi
Vidi la rocca un terzo giorno
Prima del tramonto
Nella foschia che si tingeva di rosso
Vidi la rocca un quarto giorno
Stagliarsi contro la luna
Pallida nel cielo
Vidi la rocca un quinto giorno
Circondata da suoni
Ululati e lupi
Vidi la rocca un sesto giorno
Senza ore ne' tempo
Vidi la rocca cosi' tante volte
Che smisi di contarle
Forse migliaia
E non chiesi mai
Chi altri oltre me la vedeva
Identica seguirci
Andavo
Avanti
Ero con uomini che non chiedono
Ero con gli uomini

Che non si voltano.

20 settembre 2010

Freddo

Freddo

___

Freddo.

Lentamente l’esercito scivolava

Ascoltavo i passi biascicare

E un corvo gracchiare

Insultandomi.

Una pianura andava disfacendosi

Ritmi marziali e marce forzate

Relitti abbandonati

Baionette munizioni e sporche medaglie

Teste di soldati ciondolanti.

Sterpaglie e una neve ormai poltiglia

Steppa e radi tronchi intorno

Non v’era niente

Altro.

Ricordo il freddo

E i corpi che lasciavamo

Indietro a gelare

Briciole sul sentiero

Di una guerra che non era iniziata.

___

Vennero gli spari

Schioppi improvvisi nel gelo del silenzio

Bang! Bang! Bang!

Aspettavamo il nemico e alzammo il capo

Tutti insieme

Una recita, una danza

Guardammo oltre

Cercandolo

Desiderandolo

Il nemico.

Di fronte a noi solo la bruma

La steppa e il freddo

Niente

Altro.

Solo tre nuovi corpi lasciati alle spalle

Uomini coraggiosi

E stanchi

Io piansi il mio essere

Vigliacco.

___

La notte scendeva lenta

Beffarda calava aldilà di nessun orizzonte

Nebbia densa

Collosa

Viscida e fredda

Non vidi mai nessuna stella

Il cielo restava nero

Non vi era nessuna direzione nella marcia

Avanti

Avanti

Ovunque fosse

Avanti

Durante la notte molti morivano

Ma nel nero nessuno li vedeva

E della luna nessuna traccia

Una notte sognai

Di essere nessuno.

___

Odore di vinaccia

Forse grappa

Nascosta nelle pieghe della divisa

Sporca e lanuginosa

Una lunga sorsata in cambio di una vampata di caldo

E un po’ di obnubilamento

Di ricordi

Un sole nel cielo

Colori

Voci

Di donne

E bambini

Un altro luogo sotto le suole che andavano disfacendosi

E il freddo

E il freddo

Un’altra sorsata

Per non ricordare

E tornare

A camminare.

___

Ero stato assegnato alle retrovie

Vedevo il lungo serpente verde avanzare

Nell’infinito pianoro di una terra straniera

Sapevo che là in fondo vi era un inizio

Una testa una cima

Il Generale

Avanzava avanti a tutti

Voci

Mormorii

Il Generale fendeva l’aria il freddo la fame

Prima di ogni altro

Solitario nel pastrano blu

Regale sul dorso di un maculato possente

Nel freddo

Io ero stato assegnato alle retrovie

E non vedevo nulla

Se non il freddo

E il lungo serpente

Che pareva infinito

Verso il nulla.

___

Ero stato giovane

Ne ero quasi certo

Mi sembrava di ricordare un volto

Dei capelli neri e uno sguardo

Musiche in una sala stracolma di fiori

Risate e candele ad illuminare un tramonto

Tintinnii di calici e lunghe sottane

Nella notte che scendeva oltre la città

La sua voce era bassa e femminile

Sussurrava

Parole che non esistono più

Nemmeno nei miei ricordi

Forse non sono state mai pronunciate

E il freddo mi inganna

Sognandoti ancora

Avrei voluto conoscere

Ancora una volta

Il tuo sapore

Il tuo nome.

___

Ci fermammo nel villaggio

Qualche casa

Una piccola chiesa dalla cupola a cipolla

Un abbeveratoio pieno d’acqua piovana

Ghiacciata e sporca

Silenzio

Cercammo qualunque cosa

Sarebbe bastato poco

Un tozzo di pane secco

Dell’acquavite

Una conserva

Solo polvere

Il suono del vento sulla strada

Le finestre aperte

Le tende scosse come fantasmi

Rimembranze di una vita svanita

Giunse un urlo

Ripetuto

Il Generale aveva ordinato di avanzare

Lasciare indietro il villaggio

E la sua gente

Che scomparsa pareva fissarci

Dalle sedie

Dai tavoli

Dai letti

Dalle porte

Che sbattevano

Quasi applaudissero

La nostra partenza.

____

Secondo alcuni era da poco passato il mezzodì

Il sole nel cielo era nascosto da nubi

E la nebbia era grigia

Più grigia del solito

Testimoni e testimonianze diverse

Resoconti fantasiosi

Un fuggi fuggi

Grida e invocazioni

Panico

Il nemico?

Il nemico è arrivato?

Scossi un commilitone

Mi accorsi che dormiva

Camminando

Gli occhi chiusi

Passo dopo passo

Altre urla

Corsi seguendo il serpente verde

Fila sinuosa di due soldati affiancati

File ripetute di uomini dimenticati

Un crocicchio

Soldati spaventati tutto intorno

Un piccolo spiazzo

Non più grande del corpo che vi giaceva immerso

Sangue

Quanto può essere rosso il sangue nel grigio di un inverno

Un corpo dilaniato

Brandelli di carne arti e un viso deformato

Strappato

Divorato

Una voce serpeggiava

Ne colsi il suono

Ed ebbi paura

Più del freddo

Diceva lupo

E uomo

Lupo uomo

Uomo lupo

Leggende di una steppa che non aveva termine.

___

Fu una mattina che lo vidi

Non dormivo e osservavo un corvo saltellare

Lì intorno doveva esservi un mio compagno

Portato via dalla notte

Sentì gli zoccoli

Lo sbuffo e la terra tremare

Ombra

Enorme nell’alba che non era ancora spuntata

Il cavallo fece qualche passo e si fermò

L’uomo scese con un balzo e il mantello scuro s’agitò furente

Un passo

Un passo ancora

Deciso là dove il corvo banchettava con gli occhi di un soldato

Un mio compagno

Forse un mio amico

Un essere umano

Vidi l’ombra chinarsi e scacciare via

Infastidita

L’uccello spaventato

Pensai

La Morte

E’ venuta a prendere il soldato

La sua anima

Portarla via

Da questo luogo insensato

Poi sentì un mormorio

Riconobbi la voce biascicata

L’accento isolano

Fastidioso

Compresi le parole

Il ritmo della preghiera

Nessun più pregava per un cadavere

Neanche per se stessi si pregava in quel luogo

Ma forse il Generale non lo sapeva

E poco più in là

A pochi passi da me

Il Generale si inginocchiò e pregò

Avrei voluto credere di non averlo visto piangere

La mia quotidiana

Disperazione.

___

Una melodia

Un canto che si faceva litania

Voci di province lontane

Dialetti sconosciuti mischiati ad una lingua che laggiù

Sembrava morire, mai più pronunciata

E le parole si spegnevano in un pianto coro

Aldilà dei significati

Suoni, note stonate e lacrime bagnate

Un unico tono che scivolava sulla colonna

Il verde serpente di soldati

Un’identica emozione che si ripeteva

Si rinnovava continuamente

Un’invocazione una preghiera

Una supplica una marcia trionfale

Oltre il dolore e la paura

Andando avanti

Passo dopo passo

Cullati dal musicale biascicare

Forse

Una ninna nanna.

___

Ascoltavo il vetro stridere e cozzare nelle giubbe

Nelle sacche e contavo

Un, due, tre,

Quattro, cinque, sei,

Un, due, tre,

Quattro, cinque, sei,

Un, due, tre,

Quattro, cinque, sei,

Sette

Sette

Sette

Sette

Ore, giorni, settimane

Mesi,

Cadaveri lasciati sulla spiaggia

Come bicchieri dopo un’ubriacatura

Biblici numeri che si ripetevano

Uno dopo l’altro

La mia mente svaniva

Nel tempo

E io camminavo

Lasciando tracce sulla neve

Coperta dalla neve

Cancellata dalla neve.

____

Voci

Brusii serpeggianti

Lungo il serpente

Fiabe

Creature nascoste nella nebbia

Nei fili d’erba morta

Sulla cima degli alberi

Tra i rami secchi

Negli occhi dei corvi

Nella neve troppo sporca

Nel freddo

Nella fame e nella paura

Correva il giovane pretino

Confessando e battezzando

Mentre di fretta assolveva le estreme unzioni

E rassicurava e predicava

Implorava

Nel nome del Signore

Lui diceva

Noi avanzavamo

Nei morti

Fra le leggende

I silenzi

I paesaggi immobili

Le sagome nella foschia

I castelli

I cavalieri

I Demoni

I lupi

E la Baba Yaga

La Baba Yaga.

Baba Yaga.

___

Era da poco spuntata l’alba

Il sole era nascosto nelle nuvole

Nel grigio

Nella nebbia e nel freddo

La marcia era ripresa

Lentamente

Un giorno che si ripeteva

Ieri domani oggi

Ma quel giorno accadde qualcosa

Lo vidi arrivare

Forse fui il primo

Alzai il braccio ad indicarlo e urlai

Tutti intorno a me si volsero e lo videro

Non stavo sognando

Nessun miraggio

La mia pazzia era la medesima pazzia di tutti

Un battito d’ali

Delicato sopra di noi

Un volo distratto

L’albatro ci accompagnava

Lo vedemmo e lo salutammo

Felici nel non esser più soli

Come un segno

Un promessa

Una vaga speranza

Il mare era lontano

Ma l’albatro ci aveva scelti

E io lo guardavo

Piansi di una antica gioia

Che credevo dimenticata

Ondeggiava lento

Lo ricordo bianco

Quasi spensierato

Nel grigio

Nel freddo

Poi lo sparo

Improvviso

Un urlo

Altre urla

Un colpo solo

Solitario come l’albatro

Cadde

Veloce

Pesante

Nessun rumore sulla neve sporca

Di terra e del suo poco sangue

Il funebre giaciglio

Continuai a fissare il cielo

Per giorni e giorni

Cercando una macchia di bianco

Nel grigio ovunque

Vanamente

La morte non venne

La partita degli scacchi

Era già stata giocata

E non da noi soldati

Già persa.

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