28 marzo 2007

Il Poema del Monte del Senso

Il Poema del Monte del Senso
________________
Invocazione

Cantatemi Erinni
Dal ventre squartato
Le sibille parole
Di memoria cumana.
Muse d’artigli
Svelate la mente.

Lasciate il respiro
Nella musica fluire
Il mesto destino
Nella vita morire.
Di Urano figlie,
di vendetta dee.

Nel poeta suonate
I significanti suoni,
Di un uomo solo il passo
E di una vaga compagnia
Il lento andare
Al monte del senso.

Ondulante sentiero
D’orme trafitto
Lento s’avvolge
In spire ritorte,
Alla vetta ventosa
Lì mi conduca.

__________________

Solo nel nulla

Dita genuflesse
In delirante preghiera,
Ossute piaghe
Intrecciate e stanche,
Ferite e sangue
Brandelli di speranze.

Le braccia fiacche
Alte nel cielo
Malato desiderio
D’esser compreso,
Rivoli neri
Di disperazione raffermi.

In ginocchio sull’orlo
Del ciglio una strada,
Denso il silenzio
Lento il cammino
Ch’a nulla conduce
E solo rimango.

Fosche urla silenti
E il ghigno folle
D’un Atlante sconfitto
Nella nera pozza
Di fetida acqua:
L’ignoto mio volto.

Ma improvvisa l’ombra
Di un nulla deserto
Di rovi e ruscelli
Gorgoglianti e stanchi.
Ora d’essi ovunque
Odo il velato lamento.

___________________

La compagnia degli spiriti vaghi


Li vedo tremanti
Indifferenti e stanchi
Nel mormorio soffuso
Funesta fanfara,
A loro le iridi fredde
E gli indolenti miei gesti.

Passi su passi
D’impronte scavate
Disumane fiumane
Leggeri spettri.
Processione caotica
D’altrui i deliri.

Serpeggia danzando
Il lento corteo
D’uomini e morti
Nel regno rinchiusi
Ignari compagni
Della mia sorte.

Moltitudine di balbuzie
Tardo l’andare
Nel dolce declivio
D’un monte infinito
E nessuna stella
La via ad indicare.

Eccoli sognanti
Son re e poeti
Folli e bramanti
Cercano ancora
La loro ragione
In cocci di vasi.
_____________________

Il monte del Senso

Si svela nebbiosa
L’altura rocciosa
Fatato destino
Del mesto avanzare
La cupa brigata
D’un urlo s’avanza.

Immensa la vetta
Par che si faccia,
Tumorale deflagra
E la luna s’oscura,
Solitaria marea,
Rantolo l’erto sentiero.

Indifferente e cieco,
Servo regnante
E re servente,
Folle la folla
Pigro attraverso,
Lama del silenzio.

Il cielo e la terra
Tra le stelle sposi,
Uniti nel tocco
D’un monte funesto,
Vetta, qui io sono.
Con me i vaghi bisbigli.

Una strana figura
Oscuro contorno
Nella notte orfana
Degli astri la luce
Immoto me ne resto
E il mondo osservo.

__________________

In cima sulla Vetta del Caos


Nel palmo d’una mano
Chiuso lo posseggo,
Mia filiale creatura,
A lei il senso dono,
L’assurda ragione
Del semplice essere.

Casualità, bizzosa
Caotica assurdità,
Sisifico delirio,
Entropica deriva
Caos generatore,
Demiurgica assenza.

Scopro accecanti
Combinazioni e rimandi
Ma niente a pensare
I miei fatti e parole.
Feroci presenti
Tra loro slegati.

Cercavo piangente
Le pagine del Libro,
Ora tra le mani consunte
Aria fredda ritrovo,
Ma nella cinica mente
La verità. La verità.

25 marzo 2007

Alberi in fiore colorati

Alberi in fiore colorati
Alberi in fiore colorati
Di una primavera lontana
Dipingono strade deserte.

Speziati aleggiano profumi
Di contrade inesplorate
Al valicar del nulla sabbioso.

Odo un vociare bisbigliato
Di fanciulli in tondo
E la tristezza sui loro volti.

In bocca il rosso sapore
Metallico e aspro colloso
D’un sangue ignoto.

Sul viso eteree carezze,
Gocce salate di pioggia
E di un lacrimevole tocco.

Par che tutto abbia senso
E che il tempo sia trama
D’una mente feconda.

Come ali corrose le braccia
Stendo intorno nello spazio
Silente che non m’appartiene.

Ma infine ciò che resta
Dei sensi miei erti
È l’insensato deliquio.

Follia d’esser tutto,
Omicida anelito urlante
Di chimerica Libertà.

Di nessuna fede martire,
Veglio mefitico le membra
D’un corpo che la vita finge.

Del tempo il labirinto eterno:
Nessuna fuga bramo
E solo cammino.

06 marzo 2007

Sette Colori d'Ira

Sette Colori d'Ira

Tempo che si fa d'ira
Nell'ora in cui il sole
Nel mar mio viscoso
S'invischia di ner'ombra.

Sordo rumor di denti
E di un ghigno i frammenti
E' polvere d'ossa e schegge
Ross'impasto il sangue.

Rivoli blu, la pelle
Indeforme e dipinta
Vedo colanti volti
Nell'intrecciate vene.

Giall'echi viscerali
Nell'arsa gola vasta
Urla la lingua infame
E i cani i latrati.

Lattinginose nocche
D'un pugno senza forza
Dolgon le dita morte
Dolore nel dolore.

Entropica deriva
Nel baratro sprofondo
E viola le spirali
M'avvolgono mortali.

Rami di verdi lame
Appeso osservo stanco
E dal ventre molle urlo.
Sisifica follia.

adopt your own virtual pet!