24 gennaio 2007

Venerdì di un inverno caldo

Sibila il vento caldo
Sibila il vento caldo,
un profumo di spezie
e di deserti lontani.

Strana questa notte
Di un inverno rubato
Seduto e un po’ ubriaco.

Steso sul Monte Vecchio
Per una via Crucis di sabbia
Osservo il cielo sospeso.

Le elettriche stelle
Colorate e accese
Si riflettono nel niente.

Folle un po’ sorrido
E tutto il mondo attorno
È chiuso in una mano.

Surreale serata invernale

Surreale serata invernale
Surreale serata invernale
Infuocata da un vento caldo
E da un profumo di spezie.

Emerge il sentire d’un tempo
Accartocciato in ritorni e ricorsi
Che si fondono e confondono.

Si deforma nella mente assonnata
Il presente col passato
E spunta improvviso, un futuro mai stato.

Senza il volto di un senso fecondo
Ciò che assurdo mi resta
E’ un oceano di libertà immenso.

Con la paura di poter esser tutto
Un poco mi volto e nero
un porto sicuro ricordo.

Relitti e delitti vedo stagnanti
Fissarmi in ghigni feroci
Moniti eterni d’una prigione bella.

Divelte le sbarre e deserta la stanza
Nulla rimane, neppure l’odore
Solo l’impronta di un sorriso rubato.

E’ mare infinito e spaventoso.
L’oltre tremante davanti agli occhi,
Mi lascio cadere. M’abbandono.

Docile vado alla deriva
In luoghi mai visti
E in pensieri di pace.

Questo forse il senso
Affannosamente cercato:
il solo viaggiare.

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