Conosci il nome?
Conosco il mio nome
E se il mio nome fosse tinto
Di nero nevischio?
Nascosto da una leggera trama
Di sulfurea nebbia e velato di spine sottili?
Silenzioso,
accartocciato come un foglio bianco
che urla segreti e promesse incantate,
Freddo al tatto di dita ghiacciate
E di violacea memoria?
Dove il mio nome si pronuncia
Come mantra di un’epifania solitaria?
Chi conosce il mio nome?
Tu conosci il mio nome?
Io conosco il nome.
Il nome è vero.
Come la parola,
Rossa Fenice
Morente.
Nascente grigia cascata.
E nulla resta,
Se non il nome.
Io conosco il mio nome.
E se il mio nome fosse tinto
Di nero nevischio?
Nascosto da una leggera trama
Di sulfurea nebbia e velato di spine sottili?
Silenzioso,
accartocciato come un foglio bianco
che urla segreti e promesse incantate,
Freddo al tatto di dita ghiacciate
E di violacea memoria?
Dove il mio nome si pronuncia
Come mantra di un’epifania solitaria?
Chi conosce il mio nome?
Tu conosci il mio nome?
Io conosco il nome.
Il nome è vero.
Come la parola,
Rossa Fenice
Morente.
Nascente grigia cascata.
E nulla resta,
Se non il nome.
Io conosco il mio nome.
Io sono il mondo
Sul selciato di una strada
Lastricata di sangue,
Ascolto il lento stormire
Di rapaci mai stati
E vedo carovane lambire
Orizzonti infuocati.
Una voce nell’aria
E vaghi profumi di ricordi sognati,
Sento solo il sole che brucia la pelle
E dolce mi accarezza.
Sono nella luce di un pomeriggio caldo
E ascolto il tempo fermarsi
Non ne curo,
Io sono il mondo
E ogni confine mi sfiora le dita.
Io sono il tempo
E ricordo il futuro
Dimentico il passato.
Ogni luogo è con me.
Ogni tempo è già stato.
Chiudo gli occhi e sono ovunque.
Sono per sempre.
Sono qui.
E lo sono ora.
Feconda sarà la mia voce
Ho smesso di urlare,
Ascolto il silenzio,
Greto di un fiume
Che accoglie acque
Ancora lontane.
Dal monte che si è affacciato
Mi sembra quasi di vederle,
Piano scendono a valle.
Le mie dita saranno bagnate
E feconda sarà la mia voce.
Ogni terra è feconda di me
Le fiamme del rogo hanno bruciato le mie carni,
le ossa sono state disperse in polvere nera e sporca.
Non sono nulla se non granelli leggeri spazzati nel vento
E sul mondo mi estendo sino a che cado come pioggia sottile
Ogni terra è feconda di me.
Ripenso al nome
Ripenso al nome,
Alle poche lettere arrotolate
A formare inusuale
Pronuncia.
Ai segni tracciati stanchi
Sul selciato percorso,
Immagine e suono.
Magica evocazione
Di altre realtà
Diversi orizzonti
E antichi miei stessi.
Ho dimenticato quel nome,
non ricordo di averlo ricordato
dubito d’averlo davvero avuto,
nulla.
Ora conosco il nome,
nuovo,
sarà detto
forse un giorno ascoltato.
Ho il nome.
Ho il mio nome.
Nel luogo dell’ovunque eterno
Senza nome
Ho camminato
A lungo cercato
Altrove.
Terre deserti
Laghi fiumi
Niente alla deriva
Perpetua.
D’altri andavo
Inseguendo miraggi
Vaniloqui
Solitari soliloqui.
Labirinti di grigie
Ridondanti follie
Smarrito dimenticavo
Il nome.
Nel tempo
Di un luogo presente
Infinito orizzonte
Dell’ora
Silenzioso ascolto
Note ripetute
Acuti violini
E la musica celebra.
Ritorno
Nel luogo
Dell’ovunque eterno
Sono nel mio nome.
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